Avv. Cardella: La legge Marzano non basta e non è una macchina stampa soldi
24-05-2012 16:13 - AGGIORNAMENTI e COMMENTI

Fallimento Deiulemar, buco da 800milioni. Consumatori: «La legge Marzano non basta»
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La Legge Marzano "non rappresenta una ´macchina stampa soldi´, ovvero ai risparmiatori non verrebbe garantita la restituzione immediata dei capitali investiti" e "così come strutturata non è applicabile al caso di specie per mancanza dei requisiti oggettivi (numero dei dipendenti)". A sostenerlo - riferendosi alla vicenda della Deiulemar compagnia di navigazione spa, la società dichiarata fallita lo scorso 2 maggio e nella quale quasi tredicimila risparmiatori hanno investito negli anni oltre 720 milioni di euro - è il rappresentante a Torre del Greco (Napoli) dell´associazione nazionale consumatori, l´avvocato Antonio Cardella. Cardella ritorna sul punto affrontato ieri in diretta Rai nel corso del Question time alla Camera dai deputati di Italia dei valori, Antonio Di Pietro e Nello Formisano, sostenendo che l´idea che sta alla base della legge Marzano "é che - qualora l´impresa sia grandissima, per tale intendendosi attualmente un´impresa dotata di almeno 500 dipendenti e gravata da almeno 300 milioni di euro di debiti - se ne debba tentare la ristrutturazione economico-finanziaria in ogni caso". "La procedura ha natura amministrativa e non giudiziaria - spiega - essa, infatti, viene aperta da un provvedimento governativo ed è affidata a un commissario straordinario di nomina ministeriale, che è dotato di ampissimi poteri di gestione. Tra questi poteri figura quello di predisporre un programma di ristrutturazione, di esercitare le azioni revocatorie contro gli atti dannosi per i creditori compiuti dall´imprenditore prima di essere ammesso alla procedura, e quello di proporre ai creditori un concordato come strumento per la chiusura della procedura".
"Chiarita la finalità della legge in oggetto - prosegue Cardella - e aggiunto che la medesima non è applicabile al caso di specie (i dipendente della Deiulemar compagnia di navigazione spa, peraltro già dichiarata fallita, sono 33 e non 500), va altresì detto ai risparmiatori che la legge Marzano non rappresenta ´una macchina stampa soldi´, ovvero ai risparmiatori non verrebbe garantita la restituzione immediata dei capitali investiti, bensì la ristrutturazione economico-finanziaria della società mediante la proposizione di un concordato per la soddisfazione dei creditori attraverso qualsiasi forma tecnica o giuridica e anche attraverso l´attribuzione ai creditori stessi di azioni o quote della società. In altre parole, attraverso quella soluzione già partorita dalla Deiulemar e bocciata dai risparmiatori (restituzione al 52%, di cui 12% cash, 20% obbligazioni e 20% azioni). Attenzione, quindi, a non generare facili entusiasmi". "Ci si chiede, invece - conclude il rappresentante dell´associazione nazionale consumatori - accertato che la legge in oggetto, così come strutturata, non è applicabile al caso di specie per mancanza dei requisiti oggettivi (numero dei dipendenti) e che in Italia il potere legislativo spetta, in primis, al Parlamento, non sarebbe più proficuo da parte di tale organo, di cui gli onorevoli Di Pietro e Formisano sono autorevoli esponenti, formulare una proposta di modifica alla legge in oggetto?".
Fonte: Metropolis
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La Legge Marzano "non rappresenta una ´macchina stampa soldi´, ovvero ai risparmiatori non verrebbe garantita la restituzione immediata dei capitali investiti" e "così come strutturata non è applicabile al caso di specie per mancanza dei requisiti oggettivi (numero dei dipendenti)". A sostenerlo - riferendosi alla vicenda della Deiulemar compagnia di navigazione spa, la società dichiarata fallita lo scorso 2 maggio e nella quale quasi tredicimila risparmiatori hanno investito negli anni oltre 720 milioni di euro - è il rappresentante a Torre del Greco (Napoli) dell´associazione nazionale consumatori, l´avvocato Antonio Cardella. Cardella ritorna sul punto affrontato ieri in diretta Rai nel corso del Question time alla Camera dai deputati di Italia dei valori, Antonio Di Pietro e Nello Formisano, sostenendo che l´idea che sta alla base della legge Marzano "é che - qualora l´impresa sia grandissima, per tale intendendosi attualmente un´impresa dotata di almeno 500 dipendenti e gravata da almeno 300 milioni di euro di debiti - se ne debba tentare la ristrutturazione economico-finanziaria in ogni caso". "La procedura ha natura amministrativa e non giudiziaria - spiega - essa, infatti, viene aperta da un provvedimento governativo ed è affidata a un commissario straordinario di nomina ministeriale, che è dotato di ampissimi poteri di gestione. Tra questi poteri figura quello di predisporre un programma di ristrutturazione, di esercitare le azioni revocatorie contro gli atti dannosi per i creditori compiuti dall´imprenditore prima di essere ammesso alla procedura, e quello di proporre ai creditori un concordato come strumento per la chiusura della procedura".
"Chiarita la finalità della legge in oggetto - prosegue Cardella - e aggiunto che la medesima non è applicabile al caso di specie (i dipendente della Deiulemar compagnia di navigazione spa, peraltro già dichiarata fallita, sono 33 e non 500), va altresì detto ai risparmiatori che la legge Marzano non rappresenta ´una macchina stampa soldi´, ovvero ai risparmiatori non verrebbe garantita la restituzione immediata dei capitali investiti, bensì la ristrutturazione economico-finanziaria della società mediante la proposizione di un concordato per la soddisfazione dei creditori attraverso qualsiasi forma tecnica o giuridica e anche attraverso l´attribuzione ai creditori stessi di azioni o quote della società. In altre parole, attraverso quella soluzione già partorita dalla Deiulemar e bocciata dai risparmiatori (restituzione al 52%, di cui 12% cash, 20% obbligazioni e 20% azioni). Attenzione, quindi, a non generare facili entusiasmi". "Ci si chiede, invece - conclude il rappresentante dell´associazione nazionale consumatori - accertato che la legge in oggetto, così come strutturata, non è applicabile al caso di specie per mancanza dei requisiti oggettivi (numero dei dipendenti) e che in Italia il potere legislativo spetta, in primis, al Parlamento, non sarebbe più proficuo da parte di tale organo, di cui gli onorevoli Di Pietro e Formisano sono autorevoli esponenti, formulare una proposta di modifica alla legge in oggetto?".
Fonte: Metropolis