DIVORZI IN TRASFERTA - SCOPERTA LA TRUFFA
03-11-2013 12:17 - ATTIVITA´
Divorzi in trasferta, scoperta la truffa Nei guai 180 coppie italiane in Inghilterra
Pubblicato 3 novembre 2013 | Da Redazione
RICHIESTO L´ANNULLAMENTO DELLE SENTENZA GIÀ OTTENUTE
In Inghilterra è stato scoperto un vero e proprio "traffico" internazionale di divorzisti, provenienti soprattutto dall´Italia: sono almeno 180 le coppie che, per aggirare la difficile legislazione italiana sul divorzio - che prevede l´obbligo di far trascorrere almeno tre anni di separazione legale - si sono recate in Gran Bretagna, chiedendo la residenza lì, per potere ottenere il divorzio dal coniuge entro sei mesi.
L´imbroglio dei turisti dei divorzi è stato smascherato perché i funzionari giudiziari inglesi hanno scoperto che, in 179 casi di divorzio su 180, una delle parti che chiedeva il divorzio aveva dato lo stesso indirizzo di residenza, indirizzo che non corrispondeva nemmeno a un´abitazione bensì a una casella postale, mentre tutti i coniugi erano ancora residenti in Italia.
Dopo aver ottenuto la residenza all´estero, infatti, nella maggior parte dei casi le coppie potevano chiedere il divorzio dopo appena sei mesi. "Ma è illegale usare residenze finte a questo scopo", precisa il quotidiano inglese Daily Mail. Così, il più alto giudice britannico del diritto di famiglia, Sir James Munby, ha richiesto l´annullamento dei 180 divorzi. Una batosta per tutti i "furbetti" italiani che avevano pensato di aggirare così la giurisdizione italiana per ottenere il più presto possibile il divorzio dal coniuge, pagando anche fino a 4 mila euro per pratica. Ora, con la coda tra le gambe, tutte le coppie a cui sarà revocato il divorzio hanno dichiarato che non si opporranno, tranne due che tenteranno invece di far rispettare la sentenza ottenuta in giurisdizione inglese. Un rappresentante del governo italiano sarà presente in tribunale per seguire i procedimenti.
Fonte: AMI - ASSOCIAZIONE AVVOCATI MATRIMONIALISTI ITALIANI
Pubblicato 3 novembre 2013 | Da Redazione
RICHIESTO L´ANNULLAMENTO DELLE SENTENZA GIÀ OTTENUTE
In Inghilterra è stato scoperto un vero e proprio "traffico" internazionale di divorzisti, provenienti soprattutto dall´Italia: sono almeno 180 le coppie che, per aggirare la difficile legislazione italiana sul divorzio - che prevede l´obbligo di far trascorrere almeno tre anni di separazione legale - si sono recate in Gran Bretagna, chiedendo la residenza lì, per potere ottenere il divorzio dal coniuge entro sei mesi.
L´imbroglio dei turisti dei divorzi è stato smascherato perché i funzionari giudiziari inglesi hanno scoperto che, in 179 casi di divorzio su 180, una delle parti che chiedeva il divorzio aveva dato lo stesso indirizzo di residenza, indirizzo che non corrispondeva nemmeno a un´abitazione bensì a una casella postale, mentre tutti i coniugi erano ancora residenti in Italia.
Dopo aver ottenuto la residenza all´estero, infatti, nella maggior parte dei casi le coppie potevano chiedere il divorzio dopo appena sei mesi. "Ma è illegale usare residenze finte a questo scopo", precisa il quotidiano inglese Daily Mail. Così, il più alto giudice britannico del diritto di famiglia, Sir James Munby, ha richiesto l´annullamento dei 180 divorzi. Una batosta per tutti i "furbetti" italiani che avevano pensato di aggirare così la giurisdizione italiana per ottenere il più presto possibile il divorzio dal coniuge, pagando anche fino a 4 mila euro per pratica. Ora, con la coda tra le gambe, tutte le coppie a cui sarà revocato il divorzio hanno dichiarato che non si opporranno, tranne due che tenteranno invece di far rispettare la sentenza ottenuta in giurisdizione inglese. Un rappresentante del governo italiano sarà presente in tribunale per seguire i procedimenti.
Fonte: AMI - ASSOCIAZIONE AVVOCATI MATRIMONIALISTI ITALIANI