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La Deiulemar, la "tassa" dei pentiti spacca gli esperti: un mese per i soldi
16-01-2017 19:05 - FALLIMENTO DEIULEMAR
Torre del Greco.
Fonte: METROPOLIS
Da una parte la possibilità di sbloccare, in tempi brevi, i tesori seminati nei paradisi fiscali. Dall´altra i dubbi e le incertezze per una "buonuscita" record che non va giù ai risparmiatori-traditi.
Sono le due facce dell´ultimo capitolo del fallimento Deiulemar, l´ex compagnia di navigazione con base a Torre del Greco affondata sotto un mare di debiti (800 milioni di euro). Soldi messi insieme grazie ai risparmi di 13.000 famiglie che oggi chiedono giustizia.
Al centro della discussione c´è la richiesta di transazione presentata da Angelo e Pasquale Della Gatta, due rappresentanti di punta della dinastia armatoriale che per decenni ha gestito il colosso finanziario assieme ai Lembo e agli Iuliano.
Da novembre i due fratelli - condannati per bancarotta fraudolenta in primo grado e arrestati di nuovo nel 2016 - hanno deciso di collaborare con la magistratura, giurando di essere pronti a mettere a disposizione dei creditori i soldi spariti nel nulla e seminati in ogni angolo del pianeta.
Soldi per modo di dire. Visto che nel mirino ci sono soprattutto dei trust: contenitori finanziari di beni, partecipazioni aziendali e anche navi. Per "sbloccarli" - o meglio per annullare le opposizioni ai provvedimenti della magistratura - gli armatori hanno chiesto il 10% degli incassi sui titoli intestati a figli e parenti ma di fatto riconducibili al patrimonio Deiulemar.
Una "tassa" che servirebbe per velocizzare le procedure di acquisizione di nuovi beni al fallimento. La "collaborazione" degli armatori potrebbe...
... velocizzare i tempi - altrimenti biblici - per l´accesso ai fondi fantasma.
Una proposta che ha suscitato innumerevoli reazioni. Comprese quelle dei legali che rappresentano gli obbligazionisti finiti sul lastrico dopo aver investito i propri risparmi nelle casse dell´ex colosso finanziario di Torre del Greco.
«Questa voce si rincorreva già da tempo - le parole dell´avvocato Antonio Cardella - E´ ovvio che saranno gli organi preposti a valutare i pro e i contro di questa vicenda. Il nostro compito è quello di tutelare i risparmiatori. Se questa scelta potrà consentirci di acquisire nuovi capitali da ripartire alle vittime del crac in tempi brevi e offrire un importante ristoro ai risparmiatori, ben venga. E´ importante però chiarire il peso finanziario dei beni messi a disposizione prima di qualsiasi valutazione».
Una quantificazione chiara che potrebbe arrivare già tra poche settimane, come ribadisce Michele Romano, presidente del comitato dei creditori. «Agli inizi di febbraio è fissata l´udienza del processo penale a Roma - afferma Romano - In quella circostanza i falliti dovranno scoprire le carte e dirci quanto mettono sul piatto alla luce della loro collaborazione. Sui trust il discorso è complesso e ci affidiamo alla Procura di Torre Annunziata che tanto ha fatto e sta facendo per le vittime di questo fallimento. Non bisogna tralasciare nulla e aspettare».
Aspettare qualche giorno per scoprire le carte. Per capire se tra offerte e rilanci gli armatori-pentiti fanno sul serio o invece stanno bluffando.
Ciro Formisano
Fonte: METROPOLIS