RICOMPOSTO IL COMITATO DEI CREDITORI FALLIMENTO DEIULEMAR CDN
30-07-2015 23:06 - DEIULEMAR
Da notizie giunte, pare che sia stato ricomposto, dal l Giudice Delegato, il comitato dei creditori del fallimento DEIULEMAR.
Tre i componenti: uno per la categoria armatori, uno per i dipendenti ed uno per gli obbligazionisti.
Una decisione che, nella qualità´ di difensore costituito di circa 2000 famiglie, rispetto ma assolutamente non condivido.
Rammento, infatti, che ad inizio anno il Giudice delegato aveva azzerato il precedente comitato dei creditori, composto da cinque rappresentanti degli obbligazionisti, nominando un nuovo comitato, formato da tre membri, dei quali uno solo, nella persona del sottoscritto, in rappresentanza della classe degli obbligazionisti.
Una decisione che, per quanto potesse gratificarmi, sotto l´aspetto professionale, ritenni fortemente ingiusta e non idonea a garantire e tutelare gli interessi dei risparmiatori, soprattutto alla luce di quanto previsto e sancito dall´art. 40 della L.F., a norma del quale "il Comitato e´ composto di tre o cinque membri, scelti tra i creditori, in modo da rappresentare in misura equilibrata quantità´ e qualità´ dei crediti....".
Tale decisione non poteva lasciarmi indifferente e, soprattutto, "attaccato" alla poltrona; decisi, allora, nell´esclusivo interessi delle migliaia di famiglie da me difese e di tutti gli altri obbligazionisti, di rassegnare le dimissioni, depositando formale istanza nella cancelleria del Giudice Delegato, affinché provvedesse a ricostituire il Comitato dei Creditori con cinque elementi, di cui almeno tre per la classe degli obbligazionisti (anche senza il sottoscritto), tenuto conto che su un passivo di circa 800 milioni di euro, ben 700 sono crediti di tale categoria. Diversamente significa, contrariamente a quanto disposto dalla legge, non garantire quell´equilibrio tra quantità´ e qualità´ dei crediti, previsto dall´art. 40 della LF, in una fase della procedura fallimentare fondamentale e delicata, quale quella della vendita.
Nella qualità´ di avvocato, allora, come sempre ho fatto, rispetto la decisione del magistrato ma assolutamente non la condivido, così´ come non la condividono le 2000 famiglie da me rappresentate e, credo, la maggior parte degli obbligazionisti, ai quali, in ogni caso, assicuro costante e totale impegno, anche dall´esterno, affinché i loro sudati risparmi, ingiustamente depauperati da una censurabile gestione imprenditoriale, siano doverosamente tutelati.
Avv. Antonio Cardella
Tre i componenti: uno per la categoria armatori, uno per i dipendenti ed uno per gli obbligazionisti.
Una decisione che, nella qualità´ di difensore costituito di circa 2000 famiglie, rispetto ma assolutamente non condivido.
Rammento, infatti, che ad inizio anno il Giudice delegato aveva azzerato il precedente comitato dei creditori, composto da cinque rappresentanti degli obbligazionisti, nominando un nuovo comitato, formato da tre membri, dei quali uno solo, nella persona del sottoscritto, in rappresentanza della classe degli obbligazionisti.
Una decisione che, per quanto potesse gratificarmi, sotto l´aspetto professionale, ritenni fortemente ingiusta e non idonea a garantire e tutelare gli interessi dei risparmiatori, soprattutto alla luce di quanto previsto e sancito dall´art. 40 della L.F., a norma del quale "il Comitato e´ composto di tre o cinque membri, scelti tra i creditori, in modo da rappresentare in misura equilibrata quantità´ e qualità´ dei crediti....".
Tale decisione non poteva lasciarmi indifferente e, soprattutto, "attaccato" alla poltrona; decisi, allora, nell´esclusivo interessi delle migliaia di famiglie da me difese e di tutti gli altri obbligazionisti, di rassegnare le dimissioni, depositando formale istanza nella cancelleria del Giudice Delegato, affinché provvedesse a ricostituire il Comitato dei Creditori con cinque elementi, di cui almeno tre per la classe degli obbligazionisti (anche senza il sottoscritto), tenuto conto che su un passivo di circa 800 milioni di euro, ben 700 sono crediti di tale categoria. Diversamente significa, contrariamente a quanto disposto dalla legge, non garantire quell´equilibrio tra quantità´ e qualità´ dei crediti, previsto dall´art. 40 della LF, in una fase della procedura fallimentare fondamentale e delicata, quale quella della vendita.
Nella qualità´ di avvocato, allora, come sempre ho fatto, rispetto la decisione del magistrato ma assolutamente non la condivido, così´ come non la condividono le 2000 famiglie da me rappresentate e, credo, la maggior parte degli obbligazionisti, ai quali, in ogni caso, assicuro costante e totale impegno, anche dall´esterno, affinché i loro sudati risparmi, ingiustamente depauperati da una censurabile gestione imprenditoriale, siano doverosamente tutelati.
Avv. Antonio Cardella